Sapienza Università Editrice

Il numero 67-68-69 de «L’illuminista», a partire dalla ricorrenza del centenario della nascita di Ottiero Ottieri (Roma, 29 marzo 1924 – Milano, 25 luglio 2002), esplora nella letteratura italiana dal secondo dopoguerra ad oggi le declinazioni del lavoro nelle officine delle grandi aziende volano del boom economico e presso i nuovi «asettici inferni» postindustriali – call center, luoghi di transito delle merci, stazionamenti per imballaggi e percorsi di delivery – in cui si sono smaterializzati macchinari e diritti. La sezione sul lavoro perlustra l’immaginario narrativo novecentesco e contemporaneo permeato degli emblemi di una civiltà industriale e aziendale segnata da vecchie e nuove forme di alienazione e al contempo caratterizzata dall’eredità delle utopie di marca olivettiana. Nella sezione ottieriana, contributi di Bello Minciacchi, Culicelli, Dobjani, Francucci, Gialloreto, Grignani, Longoni, Manica, Nesi, Paladino, Policastro, Ruozzi, Stefanelli, Tabanelli, Trotta, Varini. Nella sezione sul lavoro, contributi di Baghetti, Caprarelli, Gambacorta, Gigliucci, Lo Monaco, Ricciardi, Serafini, Zublena.

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