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Open access work licensed to the public under a Creative Commons Attribution 3.0 Italia license (CC BY-NC-ND).
Opera diffusa in modalità open access e sottoposta a licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale - Non opere derivate (CC BY-NC-ND), 3.0 Italia.
Come si spiega la compresenza negli anni Trenta tra l’autarchia culturale imposta dal regime e l’incremento delle traduzioni? Chi furono i veri protagonisti della scoperta delle letterature straniere in Italia? Come si è formato il nuovo canone della letteratura europea nell’Italia tra le due guerre? Quali rapporti si stabilirono tra gli intellettuali e il potere in relazione alla ricezione delle letterature straniere? Il presente studio cerca di dare risposta a domande di questo tipo, attraverso l’analisi di alcune delle principali riviste culturali attive tra le due guerre: «La Ronda», «Il Convegno», «Energie Nove», «La Rivoluzione Liberale», «Il Baretti», «La Cultura», «La Fiera Letteraria», «900», «Solaria», «Circoli», «Letteratura», «Campo di Marte», «Corrente». La ricerca si muove intorno tre linee di investigazione: il dibattito sull’europeismo testimoniato sulle riviste; l’effettiva ricezione degli autori stranieri, anche in termini quantitativi; i rapporti degli intellettuali e delle riviste con il potere. Attraverso il dialogo tra questi elementi si è voluto riportare alla luce il lavoro sommerso di una generazione di critici, scrittori e intellettuali che contribuirono a gettare le basi culturali per la rifondazione della cultura nazionale in chiave europeista, tappa fondamentale per i successivi sviluppi della letteratura italiana del Novecento.
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