Fioretti della prosa antica ungherese

Antologia bilingue
SKU: 9788895814896
AnnoPubblicazione: 
2013
edizione: 
prima
formato: 
16x24
pagine: 
200
lingua: 
italiano
ungherese
tipologia: 
quaderno
Price: €15,00

La cultura ungherese può vantare una ricca letteratura medievale e umanistica in lingua latina e, dal Duecento in poi, anche la sua letteratura in volgare divenne una presenza crescente nella cultura letteraria, per diventare nel Cinquecento una vera e propria letteratura nazionale, nell’ambito della quale gli autori più importanti, come i poeti Bálint Balassi, Miklós Zrínyi, István Gyöngyösi, e come i prosatori Péter Bornemisza, Gáspár Heltai, Péter Pázmány o Ferenc Faludi, scrissero i loro capolavori in lingua ungherese. Le loro opere, con qualche rara eccezione, non erano tradotte in lingue straniere e quindi erano conosciute soltanto in Ungheria. Di conseguenza anche in Italia il pubblico e gli studiosi, non conoscendo la lingua ungherese, potevano leggere soltanto le opere latine dei nostri umanisti (da Janus Pannonius a Johannes Sambucus), mentre la letteratura in lingua ungherese esiste in traduzione  italiana (e naturalmente in tedesco, in inglese e in francese) soltanto a partire dal Romanticismo. Per colmare questa lacuna e al fine di agevolare lo studio della letteratura ungherese in Italia, si propone questa antologia bilingue della prosa antica ungherese che è stata redatta presso la Cattedra di Lingua e Letteratura Ungherese dell’Università di Roma, La Sapienza con le traduzioni di Marta Dal Zuffo a cura del Prof. Péter Sárközy.
Il volume comprende una selezione di opere dei più importanti prosatori ungheresi dei primi sette secoli, dal Discorso funebre del 1200 fino ai narratori del Romanticismo ungherese.
Uno degli intenti dei curatori del volume è il desiderio di stimolare i nuovi, giovani traduttori a cimentarsi con opere ancora inedite in italiano e, anche, a riprendere in mano la produzione dei grandi romanzieri dell’Ottocento che fanno parte del comune tesoro della letteratura mondiale, ma le cui traduzioni in italiano risalgono oramai a cento anni fa, e una loro nuova traduzione moderna potrebbe costituire fonte di grande piacere, tanto per i loro futuri traduttori quanto per i loro lettori italiani.

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