
Questo libro ha vinto il "Premio Tesi di Dottorato sulla Disabilità", istituito dalla Sapienza Università di Roma, nell'edizione 2014
Non è certo politically correct oggi dire di una persona che è disabile perché malata o perché menomata. Ma quando vediamo una persona disabile cosa pensiamo davvero in prima istanza? Qual è la prima cosa che ci viene in mente? Qual è la prima emozione che proviamo o che associamo a ciò che vediamo?
Il presente volume prova a dare una risposta a queste domande, anche attraverso alcune ricerche sperimentali tese soprattutto a verificare se quello che un bambino crede della disabilità sia più influenzato dai contenuti dell’educazione e del politically correct o, piuttosto, dal funzionamento di meccanismi cognitivi che si sono originariamente evoluti allo scopo di salvaguardare l’essere umano dal contagio delle malattie e dall’insuccesso riproduttivo.
Il lavoro qui presentato costituisce il primo lavoro scientifico completo con un approccio psicologico e, specificatamente, di psicologia cognitiva ai cosiddetti modelli della disabilità.