
Il Novecento è stato un secolo di conflitti militari e ideologici, gli anni Trenta in particolar modo. L’Arte si è messa in discussione, chiedendosi la legittimità di perseguire finalità meramente artistiche e avulse dalla realtà contingente, o se fosse piuttosto il caso di impegnarsi per fini politici immediati. Il panorama delle lettere inglesi ha offerto un grande numero di autori la cui opera testimonia questo dubbio. Nelle retrovie di questo esercito letterario si trova forse l’esempio più eclatante di scrittore che ha affrontato questa empasse nel disperato tentativo di risolverla: Edward Upward, romanziere e intellettuale. Questo saggio – contenente un’ampia e aggiornata bibliografia – ne ricostruisce il percorso intellettuale, umano e politico. Gli scritti di Upward sono un prodotto del periodo storico, culturale e ideologico nel quale sono nati, e illustrano la continuità intellettuale e l’impegno politico dell’autore. Tra i primi ad aderire al partito comunista inglese, nel 1932, uno degli ultimi ad abbandonarlo, nel 1948. Upward ha condotto una vita di lotta in prima linea, per la causa Marxista prima e per le grandi cause umane e sociali poi, come la Campagna per il Disarmo Nucleare.
La sua integrità politica, artistica e umana lo ha spinto a cercare una via narrativa per risolvere il conflitto apparentemente insanabile tra un’arte esteticamente bella ma fine a se stessa, e un’arte ancella della politica. Una strenua battaglia, condotta sino alla fine, gli ha permesso di trovare una via narrativa particolarissima per garantire un equilibrio tra impegno politico e creatività artistica.